Copertina del mese

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COPERTINA DI FEBBRAIO: dal Festival di Sanremo 2017, ho scelto la copertina di Vietato Morire del bravo e raffinato Ermal Meta, che contiene l'omonima canzone sanremese e Piccola Anima, delicato duetto con Elisa.

martedì 16 febbraio 2016

Raffaella Carrà su The Voice: " Ecco, perchè finora non è uscito un vero talento"

Sarà una dei quattro giudici di The Voice 2016, in partenza da mercoledì 24 febbraio su Rai2. Ma un po’ a sorpresa, Raffaella Carrà si lascia andare a dichiarazioni che prendono di mira proprio il programma che la vedrà protagonista. Il casco d’oro della televisione italiana torna infatti a The Voice dopo un anno di pausa: fu già coach nelle prime due edizioni del programma, poi uno stop per la terza, e adesso si prepara al ritorno (le registrazioni sono già iniziate da qualche settimana). In una intervista che Raffaella ha rilasciato al settimanale DiPiù Tv, critica The Voice soprattutto per il fatto di non essere riuscito in tre edizioni a lanciare un cantante di successo.
La domanda sorge spontanea: perché allora la Carrà ha deciso di tornare nel cast della trasmissione?
“Perché sono testarda, perché voglio tirare fuori un numero uno da questo programma, e non mi interessa che esca dalla mia squadra o da quelle degli altri giudici. L’importante è che The Voice of Italy abbia un numero uno. La sfida è questa”.

L’obiettivo del suo ritorno sarebbe quindi quello di trovare un cantante di successo, anche se i problemi a sua detta sono altri. La formula, innanzitutto:
“Diciamo che in questo talent non c’è modo di fare conoscere i ragazzi fino in fondo, come capita in altri talent. Noi giudici ne scegliamo ventuno a testa: sono tantiracconta Raffaella Carrà che spiega di aver esposto le sue perplessità fin dal dal 2013 ma “non ho ancora avuto modo di incontrare il responsabile del programma per parlarne… Non posso obbligare nessuno a parlarmi“.
La Raffa ne ha una anche per i cantanti, colpevoli di cantare troppo in inglese:
“Questo non va bene perché cantare in inglese non ti fa vendere album in Italia, in Europa o in America Latina, a meno che non sia un cantante inglese”.

 Si sa, a prescindere dall’italiano o dall’inglese, la carriera di un cantante deve essere supportata e promossa dalla Rai e da una casa discografica. Anche questo però sembra essere per la Carrà un tasto dolente, almeno relativamente a The Voice:
“La Universal deve aiutare i cantanti ad avere una canzone che funzioni, anzi ad avere “la” canzone. Avere una bella voce è importante, ma senza le canzoni giuste non si va da nessuna parte”. E ancora: manca la programmazione del futuro del vincitore. Perché, per esempio, nessun cantante di The Voice of Italy è tra i Campioni a Sanremo?” (a dire il vero Fabio Curto, vincitore di The Voice 3, aveva presentato una canzone che però non era stata selezionata).
Parole dure anche per Suor Cristina, unico talento lanciato da The Voice che è riuscito a ottenere, quantomeno, un modesto successo:
“Ha una bella voce, ma come ce ne sono tante, e infatti all’epoca del suo provino mi colpì in quanto suora. L’abito faceva tutto. Ha funzionato solo a The Voice of Italy e ha fatto bene a rimanere una suora. [...] Se le togliete l’abito da suora, resta solo una bella voce senza niente di più”.
Le critiche di Raffaella appaiono più che condivisibili sia per quanto riguarda la formula che il poco sostegno dei cantanti di The Voice dalla Rai (perchè non ammettere di diritto il vincitore al Festival?) e dalla casa discografica. Tuttavia da lei ci saremmo aspettati un ritorno in punta di piedi vista la nuova opportunità che la Rai le ha concesso dopo il flop di Forte Forte Forte. Un insuccesso fragoroso che Raffa ha spiegato così:
“Purtroppo il programma non è stato realizzato come volevo io: è andato male e per me è stata una delusione”.
E come lo voleva lei che l’ha ideato e ne ha fatto parte con ruolo da protagonista assoluta?

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