«Non ho mai detto 'Io all'Isola non ci andrò mai'. È un programma in cui
ho investito tutto per otto anni e, quando da Mediaset è arrivata la
proposta, la cosa mi ha riempito di orgoglio, ma anche di paura». È una
Simona Ventura sincera e spigiliata quella che si confida alle pagine di
Chi, in merito all'annuncio che la vedrà prossima naufraga a Cayo Cochinos.
Eppure le critiche non sono
certo mancate, soprattutto da coloro che vedevano in lei come la padrona
di casa ideale, anziché una concorrente come gli altri. «Le persone
pensino ciò che vogliono, anche che sono all'ultima spiaggia. Ormai ho
le spalle larghe. Alcuni sono bravissimi a proiettare sugli altri le
loro paure o le loro debolezze, finchè uno dimostra una grande grinta e
sono subito tutti pronti a salire sul carro del vincitore.La verità è che le proposte televisive non mancavano, ma alla fine ho scelto la più estrema e credo la più giusta».
E ancora: «Mi piacerebbe che questa esperienza facesse venire fuori anche una parte di me che conoscono solo i miei amici e
cioè la Simona più materna, più dolce. Sarebbe una bella novità per il
pubblico». Una Ventura più sensibile e più umana quella che vedremo in
Honduras, quindi. Anche se il rischio che i telespettatori la vedano una
spanna sopra gli altri è dietro l'angolo: «Voglio fare gruppo, non voglio andare all'Isola come una primadonna. Il gruppo va avanti tutto insieme e nessuno deve rimanere indietro.
Ovviamente farò anch'io la mia corsa ma metterò la mia esperienza a
servizio di tutti. Poi c'è la gara, certo, e in quel caso ognuno
gareggerà per sé». E noi non vediamo l'ora.
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