Copertina del mese

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COPERTINA DI FEBBRAIO: dal Festival di Sanremo 2017, ho scelto la copertina di Vietato Morire del bravo e raffinato Ermal Meta, che contiene l'omonima canzone sanremese e Piccola Anima, delicato duetto con Elisa.

domenica 13 marzo 2011

Nuova rubrica settimanale: quando i giovani incontrano le mode

Questa settimana per la nuova rubrica "Quando i giovani incontrano le mode" perlerò degli Emo, buona lettura.
Il termine “emo” è stato utilizzato per la prima volta negli anni 80 per indicare unsottogenere musicale che faceva parte della cosiddetta musica hardcore punk e che si sviluppò in particolar modo a Washington.
La parola emo indicava quindi “band sempre hardcore ma che utilizzavano sonorità più melodiche e ricche” e che quindi volevano “emozionare l'ascoltatore durante le loro esibizioni”. Successivamente, durante gli anni 90 il termine si estese ad indicare anche i gruppi musicali indie. 
Grazie anche ad internet, oggi il significato della parola “emo” si è esteso ed è arrivato ad identificare una vera “sottocultura”, che  coinvolge non solo la musica, ma anche molti altri aspetti della vita dei giovani, dalla moda agli atteggiamenti. 

Partita dagli Stati Uniti, questa sottocultura ha raggiunto l'Inghilterra ed in breve tempo si è diffusa in tutto il mondo. E quindi oggi tra gli adolescenti è normale sentirsi emo ed identificarsi in questo stile di vita.
3Ma chi sono veramente gli emo e cosa caratterizza la loro identità?
Un paio di anni fa il giornalista Michele Kirsch aveva tentato di condurre un'inchiesta sul Times per cercare di capire questo fenomeno dilagante tra i giovani, trovando tuttavia molte difficoltà, perché non aveva trovato nessuno capace di spiegargli che cosa fosse emo.

Pare che oggi sia possibile identificare un adolescente emo soprattutto dall'abbigliamento: stile punk, smalto nero, occhi truccati, maglioni di lana larghi o magliette molto strette, pantaloni di velluto, scarpe da ginnastica, skinny jeans,frangia asimmetrica, capelli spettinati, collane con cuori spezzati o teschi.
Una descrizione che coincide in maniera dettagliata con lo stile del cantante dei Tokio Hotel, Bill Kaulitz: uno dei principali rappresentanti della musica moderna considerata emo.
Nella musica infatti il termine emo si è esteso molto rispetto alle sue origini ed attualmente ingloba tutti quei gruppi che in un certo modo si ispirano alla musica hardrock punk, pur differenziandosi tra loro sotto molti punti di vista. 

Su internet ogni giorno aumentano i siti nei quali si cerca di spiegare cosa significa essere emo e quelli di persone che si considerano emo e vogliono diffondere ancora di più questo stile di vita. 
Gli “emoboy” sono considerati “ragazzi gentili e fedeli, affidabili e comprensivi, di cui le ragazze vanno pazze”, perché sono pronti a mettere in mostra le proprie “emo-zioni”.
4Ma allo stesso tempo ci sono altri siti cheprendono in giro questa moda, considerandola come “una cosa da sfigati” e che, ad esempio, descrivono gli emo in questo modo: “secondo l'opinione più diffusa tra gli scienziati giapponesi, la parola "emo" deriva da una corruzione del termine zoologico emù, e viene usato per indicare un suono simile al gracchiare di  morte di un emù.  Altri pensano sia l'abbreviazione di scemo”.

Molte band che vengono identificate con questo particolare genere rifiutano però di essere classificati in questo modo. E lo stesso avviene tra i fan, che pur seguendo un certo stile nella moda e nell'atteggiamento, non vogliono né essere etichettati come “emo” né che la stessa parola sia utilizzata per i gruppi musicali che seguono con passione. 
Voi vi considerate emo? Pensate che esista un vero e proprio stile di vita identificabile con questo termine oppure che sia riduttivo etichettare una moda ed un atteggiamento semplicemente con questa parola?
stay tuned. L .

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