Paola Perego è stata condannata dalla Cassazione. Ora dovrà risarcire cinque uomini finiti nelle indagini sull’uccisione
di un ragazzino e poi del tutto scagionati. Nelle prime battute
dell’inchiesta, erano stati arrestati con il sospetto di aver ammazzato
il bambino. La Perego li aveva chiamati "bastardi" in
diretta tivù nella puntata di Verissimo, trasmissione che conduceva il
16 maggio 2006, giorno degli arresti. Con la Perego, è stato condannato
al risarcimento anche un giornalista che nella stessa puntata aveva
utilizzato il termine "assassini" riferendosi agli arrestati.
Secondo la Cassazione, la Perego e il cronista avrebbero superato "il
limite della continenza". I due non possono invocare la giustificazione
di averlo fatto nel nome "del diritto di cronaca e di critica" in quanto
hanno pronunciato espressioni "gravemente infamanti e inutilmente
umilianti" che sono diventate "in una mera aggressione verbale" degli
indagati."La circostanza che nei confronti della persona sottoposta ad indagini
sia stata specificamente emessa una ordinanza custodiale - sottolinea
la Cassazione nella sentenza depositata ieri - senz’altro non attenua la
cautela che deve essere osservata nella propalazione della notizia, pur
sempre trattandosi di uno sviluppo delle indagini preliminari che va
monitorato e verificato nel tempo, senza ingenerare nell’ascoltatore il
convincimento della colpevolezza dell’indagato".
Nella sentenza gli ermellini
hanno ricordato a chi fa informazione su inchieste in corso che "non è
consentito rappresentare la vicenda in termini diversi da ciò che è
realmente, ossia un mero progetto di accusa attorno ad ipotesi di
illecito e di penale responsabilità, che resta però da verificare". La Cassazione
ha, inoltre, osservato che la Perego aveva "consapevolezza" che
l’espressione "bastardi" fosse "offensiva" in quanto subito dopo averla
pronunciata, ricordano gli ermellini, la conduttrice aveva spiegato che
il direttore di Verissimo l'aveva redarguita dall'usarla. "Ma è l’unica
cosa carina che mi vien da dire", aveva chiosato.
L'omicidio del tredicenne Francesco Ferreri,
nel quale erano rimasti implicati i cinque indagati, del tutto
scagionati in appello e in Cassazione, è avvenuto a Barrafranca (Enna)
il 16 dicembre del 2005. Purtroppo è rimasto ancora senza colpevoli.
Guai non solo per Barbara D'Urso in questo 2015.
Voi che ne pensate?
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