«Per cui la qualeeee, cicale
cicale cicaleeee». Se il tormentone che l'ha resa celebre sia tutta
farina del suo sacco, resta un mistero. Certo è che Heather Parisi a
quel motivetto è affezionata, anche se oggi la colonna sonora della sua
vita suona un'altra musica («Vivo a Hong Kong da cinque anni. Ho un
marito meraviglioso e ho appena avuto due gemelli fantastici»).
Fantastici, proprio come Fantastico : il programma Rai che la trasformò
in icona. Ma - mestiere di mamma a parte - le sue nuove albe
professionali nella terra del Sol Levante sono tre: produttrice e
regista cinematografica, creatrice di moda e blogger .
Di
Bilde Maze , la sua pellicola d'esordio, la Parisi parla con le lacrime
agli occhi: «Il progetto del film è stato presentato alla Mostra del
cinema del Lido di Venezia. Bilde Maze studia il mondo giovanile e vuole
dimostrare che, per riuscire nella vita come nelle arti, occorre
studiare, impegnarsi, sudare. Proprio quello che succede nella scuola di
recitazione e danza attorno alle quali si snoda la trama». Una trama
che sembra il filo conduttore della vita di Heather che va in brodo di
giuggiole anche per il suo altro amore: la moda. «Ho creato il marchio
HPeace (H sta per Heather e Peace per pace, ndr ) perché il futuro dei
giovani non può che radicarsi in un futuro di pace». E qui viene fuori
l'indole tutto love&peace della Parisi che mostra di avere un debole
anche per le prediche via web. È infatti diventata anche una blogger
cattivissima che non le manda a dire, ma preferisce scriverle
direttamente sulla sua pagina internet. Insomma, l'ex miss cicale cicale
ha smesso di ballare, trasformandosi in un virtuale grillo parlante,
anzi, sparlante. Tutto grasso che cola per Heather Elizabeth Parisi,
nata a Los Angeles il 27 gennaio 1960, ma che l'America l'ha trovata in
Italia. Carattere «tosto», quello di Heather, eredità genetica dei nonni
materni di origine calabrese. I genitori di Heather si separano quando è
appena nata («i rapporti con mio padre sono stati inesistenti per 28
lunghissimi anni»). I due si riabbraceranno solo quando lei, divenuta
celebre, lo inviterà in Italia per un «incontro chiarificatore». La sua
infanzia non è un libro aperto, ma appena socchiuso. Vive felicemente a
Sacramento, in California, sua compagna di giochi è Tiffany, la
sorellastra minore, nata dalla seconda unione della mamma. «A 15 anni -
racconta Heather nella biografia (di prossima pubblicazione) - mi
trasferii a New York per studiare con l'American Ballet. Nel 1978, a 18
anni, dopo aver vinto due borse di studio alla San Francisco Ballet e
American Ballet di Michail Baryšnikov, mentre mi trovavo in vacanza in
Italia, fui notata dal coreografo Franco Miseria che mi presentò a Pippo
Baudo». La leggenda narra (e Baudo conferma) che il provino avvenne
sulla scrivania di un dirigente Rai, con la bionda Heather scatenata
ballerina. Episodio che Heather dice di «non ricordare».
Da allora una raffica di successi scanditi dall'energia di quella gamba
alzata fino a divenire perpendicolare alla guancia. E poi i capelli
biondi, il sorriso ammiccante, il corpo sexy («ma mai volgare...»).
Dall'altra parte del teleschermo un'Italia catodica che forse vedeva in
lei una sorta di versione unicellulare delle sorelle Kessler. Le sue
principali competitor erano la Cuccarini e la Goggi: entrambe però prive
di quella scintillanza yankee che faceva (e continua a fare)
particolare presa sulla famiglia media del Belpaese. Il sogno a stelle e
strisce finisce così con l'immedesimarsi nel pantacollant a righe
policrome di Heather che lascia nuda una gamba: quella destinata a
salire su, fino all'impossibile. Scatenando la gioia di Raimondo
Vianello e la rabbia di Sandra Mondaini («due tra le persone più belle
con le quali ho avuto l'onore di lavorare in Italia»).
«Ma nulla è paragonabile alla gioia di sei anni fa - dichiara Heather a
Chi e a Gente -: all'età di 50 anni sono diventata madre di due gemelli,
Elizabeth e Dylan, sono loro i miei successi più grandi». Gemelli avuti
dall'imprenditore vicentino Umberto Maria Anzolin. Anni fa un
quotidiano riportò la notizia di una presunta «fuga asiatica» a causa
del dissesto finanziario dell'azienda vicentina del marito. Apriti
cielo. Heather andò su tutte le furie: «Certi presunti giornalisti
scrivono solo bugie per farsi pubblicità...». Guai a chi tocca il marito
della Parisi. Lo sa bene quella pettegola di «S.L.» (iniziali di una
giornalista nota nel mondo del gossip, ndr ), rea di aver svelato
l'insvelabile: «Cara S.L., le tue credenziali giornalistiche mi sono
sconosciute, comunque sappi che è difficile vedere un gatto nero in una
stanza buia, specialmente quando il gatto non c'è».
Linguaggio criptico,
difficilmente comprensibile perfino a un siamese. Ma Heather è così,
sanguigna, nonostante il viso angelico. Prendere o lasciare. I suoi fan
mostrano di gradire. Lei non manca di tenerli aggiornati sui suoi
programmi: «Amo viaggiare per tutto il sud-est asiatico per soddisfare
la mia inesauribile sete di conoscenza di nuove culture e modi di vita.
La tv non è un capitolo chiuso, ma io sono insofferente a certe logiche
commerciali e, se voglio, posso permettermi di non lavorare». Già, le
«logiche commerciali». Heather non risparmia bordate alle sue vecchie
colleghe. Prima fra tutte, l'immarcescibile Raffaella Carrà: «I talent
sono il crepuscolo di una televisione a corto di idee. E Raffaella Carrà
(il riferimento è al suo ultimo programma Forte Forte Forte , ndr ) è
la triste conferma che si vive di ricordi. La mia idea di
professionalità nello spettacolo è lavoro, studio e tanta gavetta.
Esattamente il contrario di quanto accade in un talent. Lo show della
Carrà fa di peggio. Assomiglia a certe recite scolastiche, ai saggi di
fine corso, agli spettacoli da villaggio turistico. Con la colpa, la
terribile colpa, di illudere ragazzi e ragazze simulando orgasmi per
esibizioni inconsistenti». Finita qui? Macché, Heather è una furia:
«Concorrenti senza talento, una giuria incapace di andare oltre alle
solite banali frasi di circostanza, un'icona (la Carrà, ndr ) che vuole
fare la giovane a tutti i costi. Non sono sorpresa che Lorella Cuccarini
non sia stata presa come giudice in uno show del genere. Le sue
capacità e la sua professionalità, avrebbero fatto risaltare ancor di
più la pochezza degli altri giurati». Sistemate per le feste la Carrà,
SuperHeather dà una bella randellata anche allo stilista Domenico Dolce,
«colpevole» di aver definito «sintetici» i figli nati grazie alla
fecondazione assistita. La Parisi, a stretto giro di posta, gli ha
inviato la seguente letterina: «Caro Domenico Dolce, sono la madre di
due “bambini sintetici” nati con l'aiuto della scienza, di quelli che,
secondo te, non hanno diritto di esistere al mondo. Ci sono migliaia di
mamme famose e no, che, grazie alla scienza moderna, hanno potuto
esaudire il loro desiderio di maternità e donare il loro amore di madri.
Nessuna di loro ti convince?».
Per
Dolce, l'amaro calice della polemica non finisce qui. Heather, senza
pietà, gli assesta il colpo di grazie: «La storia del genere umano, al
pari di quella di almeno altre 1.500 specie viventi nel nostro mondo, è
piena di comportamenti genitoriali in coppie omosessuali. Non sono
migliori né peggiori di quelli delle coppie eterosessuali. Sono altri
colori di uno stesso arcobaleno. La famiglia non è una questione di
“natura”, ma di costrutto sociale, come qualsiasi altra istituzione. Non
esistono figli della chimica né figli di un Dio minore, esistono solo
FIGLI». Appena due settimane fa, sullo stesso tema (in quel caso c'erano
però in ballo anche i diritti gay, di cui la Parisi è «paladina»),
Heather ha legnato anche Lorella Cuccarini. Tra ex ballerine le
«spaccate» sono ammesse, eccome.
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